La produzione snella e flessibile richiede una “fabbrica integrata”, ad elevato tasso di automazione e digitalizzazione. La fabbrica automatizzata rende il lavoro delle persone meno faticoso e pericoloso, e meno soggetto agli arbìtri ed alle prevaricazioni delle gerarchie intermedie. È la fabbrica 4.0, dove cadono i confini fra lavoro operaio ed impiegatizio, le divisioni gerarchiche, i conflitti di classe.
A fronte di ciò le persone si vedono private dei tradizionali spazi di libertà tipici delle fabbriche tradizionali, quelli in cui gli operai si arrangiavano ricorrendo a soluzioni empiriche – non previste da nessun manuale o procedura aziendale – per risolvere problemi di produzione o, semplicemente, ritagliarsi spazi di libertà ed autonomia.
Si trattava di spazi che nascevano per rispondere essenzialmente a tre tipi di esigenze:
- La prima esigenza era la necessità di inventare soluzioni per problemi pratici improvvisi e che non potevano essere risolti attraverso le normali procedure, o che dovevano essere affrontati in assenza dei responsabili formali.
- La seconda necessità ha aveva che fare con la naturale ricerca di spazi di socialità all’interno delle regole aziendali, che portava a scambi impliciti e taciti di permessi, di ruoli e mansioni, di turni, o di attrezzature, sotto gli occhi complici di responsabili preoccupati solamente che la produzione andasse avanti e non nascessero conflitti fra il personale.
- La terza ed ultima esigenza era (ed è tutt’ora) quella più critica, perché aveva a che fare col tentativo delle persone di rendere il lavoro meno pesante o più comodo, anche a scapito della sicurezza, o della produttività, o della qualità (o di tutti e tre questi fattori). Si trattava di comportamenti volti a ritagliarsi tempi di riposo, a velocizzare certe operazioni, a rendere meno faticose determinate mansioni.
La fabbrica 4.0 mette fine a gran parte di queste pratiche. Tutto è programmato, monitorato, definito. La manutenzione diventa predittiva, il processo viene monitorato di continuo, operai e ingegneri lavorano a stretto contatto nei medesimi gruppi di miglioramento.
Gli spazi di autonomia e le conoscenze tacite delle persone sono ridotti al minimo. L’esperienza e l’anzianità aziendale non sono più un valore, e risultano anzi spesso un ostacolo all’adozione di nuove pratiche e nuove tecnologie.