Conan Doyle nell’”Avventura di macchia d’argento” (vedi post di ieri) evidenzia un fenomeno che dobbiamo sempre considerare quando parliamo di cultura organizzativa: nessuno può fare una cosa che non è in grado di concepire.
La cultura organizzativa è l’insieme di credenze ed aspettative condivise dai membri di un gruppo. Tali credenze producono norme che modellano il comportamento degli individui e dei gruppi. La cultura è il risultato di un processo di apprendimento graduale, basato sulla ripetizione del successo (routines), che porta a dare certe cose per scontate. Ne deriva una sorta di incapacità collettiva di considerare quei fatti e quei dati che escono dalle routines, dagli schemi di apprendimento, dalle logiche condivise.
Per tornare a Sherlock Holmes. Ciò che appare normale all’ispettore di polizia non è per niente scontato agli occhi di chi, portatore di altri schemi, si accorge subito di qualcosa che gli altri non riescono a notare: un cane non aveva abbaiato.