Da tempo mi sono convinto che il futuro dell’Italia passi principalmente attraverso l’azione delle imprese e di chi le governa. Sono le imprese che giocano un ruolo fondamentale nell’innovazione sociale, anche se solo poche di loro stanno davvero facendo progressi.
È vero che nuove idee manageriali si stanno diffondendo, ma non per questo bisogna farsi prendere da facili illusioni. Imprenditori e manager parlano molto bene delle proprie imprese e della loro volontà di fare innovazione, ma mi sembra che molti di loro non abbiano un vero contatto con la realtà. Non basta infatti dichiarare di voler cambiare le cose, e poi adottare ricette tradizionali e soluzioni “usa e getta” dettate dall’ultima moda manageriale o dagli incentivi pubblici del momento.
Imprenditori e manager amano rappresentare se stessi come persone realiste, ma troppo spesso per realtà intendono quella legata ai prodotti, alle tecnologie o al controllo di gestione. Troppi di loro non riescono a considerare anche le persone e la loro capacità di lavorare insieme. Eppure è solo in questa maniera che possiamo davvero cambiare il modo in cui gestiamo le cose per adattarci al mondo che sta cambiando.
Dobbiamo ancora imparare molto sulle persone e su come lavorano insieme. Non ci sono soluzioni facili o ricette (spesso sintetizzate in acronimi grintosi: OKR!) che possano risolvere tutto. Abbiamo bisogno di fare ricerche, riflettere sui risultati e soprattutto parlare con (e far parlare) le persone.
Non si tratta solo di cambiare i modi in cui organizziamo e gestiamo le cose. È una vera rivoluzione nel modo in cui pensiamo all’importanza delle persone nelle nostre aziende. Se vogliamo adattarci al mondo che sta cambiando, dobbiamo ascoltare e imparare dalla realtà umana che ci circonda, molto più complessa e articolata dei dati provenienti dai rendiconti finanziari.