I dipendenti si guardarono in faccia e alla fine decisero: sciopero! Sciopero contro la proprietà, ovvero le imprese aderenti all’associazione. Sciopero contro il gruppo dirigente, ovvero gli imprenditori eletti dall’assemblea dei soci. Sciopero contro i manager, scelti dal gruppo dirigente per gestire l’associazione. Sciopero contro la decisione di chiudere gran parte delle sedi periferiche, ridefinire mansioni e sistemi di retribuzione, bloccare il turn-over. Ma se era chiaro contro chi e cosa scioperare, non lo era altrettanto a favore di cosa. L’ideale sarebbe stato mantenere tutto come prima, come se gli associati non fossero diminuiti, come se i servizi non fossero in calo, come se gli insoluti e gli abbandoni non fossero in aumento. Ma questo non dipendeva da loro: “Bisognava pensarci prima, i nostri manager adesso non sanno far altro che tagliare e tagliare”. Nessun’altra ipotesi fu presa in considerazione: sciopero, perché tutto rimanesse com’era.