Come recitava il titolo di un vecchio libro di Sempè, il cambiamento organizzativo è qualcosa di “complicato, ma non semplice”. Cambiare l’organizzazione è complicato perché gli aspetti coinvolti e da modificare sono molteplici, hard e soft, formali e informali, umani e tecnologici. Questa complessità fa spesso perdere l’orientamento durante il percorso di cambiamento. E fa cadere in errori tipici.
Dobbiamo ad esempio mettere in conto che i piani razionali di cambiamento possono condurre ad esiti inattesi. Questo fenomeno è più probabile quando l’ambiente cambia più velocemente rispetto al ritmo al quale l’organizzazione si adatta. Oppure quando manca una visione sistemica dei fenomeni, ma si agisce per singole soluzioni che – razionali se considerate isolatamente – conducono a conseguenze inattese una volta applicate tutte assieme.
Cambiare e imparare dall’esperienza non vanno sempre d’accordo, anzi. Le persone nelle organizzazioni cadono in una sorta di “apprendimento superstizioso”: tendono a ripetere le azioni associate a risultati positivi e ad evitare le azioni associate a risultati negativi. Tutti sanno che non è detto che una soluzione valida in passato lo sia anche in futuro, ma è proprio questo che le persone cercano di fare ogni giorno.
Anche chi è consapevole di tali pericoli spesso non sa come fare in altro modo. Una soluzione comoda arriva dalle “mode manageriali”: si introducono cambiamenti facendosi guidare più dalle soluzioni in voga che dai problemi reali. Spesso si vedono manager cambiare procedure ed introdurre nuove tecnologie, indipendentemente dalla reale situazione da modificare.
Le attenzioni da prestare nel corso dei processi di cambiamento sono innumerevoli. Ne citiamo due fra le tante. La prima ha a che fare con i clienti attenti alla qualità dei prodotti e dei servizi dell’organizzazione: occorre cambiare pensando a loro, perché non dobbiamo permettere che questi ci abbandonino. Prendete i vostri migliori clienti e imparate da loro. La seconda è di stare attenti ai sistemi di misurazione contabile eccessivamente rigidi e permeanti: non è raro che i membri dell’organizzazione cerchino di manipolare i dati contabili pur di non arrendersi all’evidenza del cambiamento