Con gli sconosciuti si fanno affari, con i membri della propria tribù ci si scambia doni. Agli stranieri si presta a interesse, ai membri della propria tribù no.
Quanto dono c’è fra i soci di una cooperativa? Quanto ogni socio contribuisce alla vita della cooperativa senza aspettarsi immediatamente l’esatto corrispettivo per l’apporto dato? Quanto ogni socio differisce nel tempo la valutazione della convenienza di essere soci? Si sta a misurare il peso dei contributi singoli, o si considera lo sforzo e l’impegno di ciascuno a dare il meglio di sé?
E ancora: il leader è colui che riceve più doni (modello subordinato) o colui che fa più doni (modello cooperativo)?
In altri termini: quanto si è tribù?