In questi mesi i soci della cooperativa Marfacco sono arrabbiati con la propria cooperativa. I temi del malcontento sono quelli tipici di chi lavora nelle aziende del settore: i salari fermi, la sicurezza del posto del lavoro a rischio, gli orari e le condizioni di lavoro peggiorate. Come succede in altre aziende similari, la cooperativa non riesce a soddisfare le aspettative dei propri soci su questi versanti. Si respira quindi un’aria pesante, nei reparti, negli uffici, in mensa, nelle riunioni. Qualcuno parla di sfiduciare il gruppo dirigente, qualcun altro arriva a proporre uno sciopero. I soci hanno ben presente le proprie esigenze personali, e di questo parlano, discutono, si infiammano. Molto meno chiare, e quindi per niente discusse, sono però le esigenze della cooperativa, che sono quelle di fare maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, in innovazione tecnologica, in cambiamento organizzativo e coinvolgimento dei soci e dei dipendenti. Eppure è di questo che c’è bisogno se si vuole garantire il futuro della cooperativa e, quindi, dei salari, della sicurezza del posto del lavoro, delle pensioni, delle migliori condizioni di lavoro dei soci. Ed è di questo che occorrerebbe parlare, discutere, (ed eventualmente arrabbiarsi) nei reparti, negli uffici, in mensa, nelle riunioni.