Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Cosa è bene e cosa è male? Sono domande che hanno a che fare con l’etica. Anche le organizzazioni intervengono su questo tema definendo, a volte in modo esplicito e più spesso in modo implicito, quali sono i comportamenti corretti e quelli sbagliati. Le aziende, le associazioni, le istituzioni definiscono cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è sbagliato per le persone che lavorano al loro interno e per tutti quanti hanno rapporti con loro. I confini fra giusto e sbagliato non sono mai facili da definire. È giusto utilizzare materiali aziendali a scopi personali? Se un collega sbaglia devo fare la spia? Posso accettare un piccolo regalo in cambio di un trattamento preferenziale? È giusto darsi malati anche se si tratta solo di un leggero malessere? L’elenco potrebbe durare a lungo, e non è facile districarsi fra situazioni che non possono essere paragonate fra loro causa differenze culturali, di dimensione, di regole. Una cosa però pare essere certa, e cioè che esiste una relazione positiva tra dimensioni organizzative e comportamenti immorali: numerose ricerche infatti mostrano che sono le aziende, le istituzioni, le associazioni più grandi quelle in cui vengono più spesso realizzati comportamenti non etici.