In sala smistamento arriva Rodolfo, baby pensionato e volontario di lungo corso, con un libro. Lo apre a pagina 135 e inizia a leggere ad alta voce: «Le organizzazioni di volontariato si caratterizzano per la mancanza di un incentivo monetario. Il lavoro volontario è lavoro, ma anche gioco, in quanto può essere sospeso quando si vuole. I volontari godono di grande indipendenza: l’organizzazione non può avere strumenti di controllo gerarchico sui loro comportamenti». Poi passa a pag. 148: « Si diventa volontari per aiutare gli altri e per avere contatti sociali. I volontari, sentendosi meno vincolati all’organizzazione, l’abbandonano più facilmente quando sono insoddisfatti».
Rodolfo chiude il libro e rivolto al capoturno dice: “Qui c’è scritto che tu, Luigi, non sei il mio capo e che uno non fa il volontario solo per aiutare gli altri, ma anche per avere contatti sociali. Quindi io voglio fare il turno coi miei amici, l’Alfredo e Gianni. E magari con le ragazze del turno del martedì e del venerdì. Sennò me ne vado. Lo dice anche il libro: il gioco può essere sospeso quando si vuole”.