Cosa pensano i piccoli imprenditori della collaborazione con altre imprese? Come reagiscono quando si trovano di fronte alla prospettiva di condividere attività e stringere accordi non transitori? Cosa impedisce loro di fare passi decisi in questa direzione al fine di superare le strutturali debolezze finanziarie, tecnologiche e di competenze delle PMI? Spesso i timori hanno la meglio sui vantaggi attesi. Sono la preoccupazione di perdere il controllo delle proprie attività e della propria azienda. O la paura di dover condividere con altri le proprie conoscenze. O ancora il timore di stringere accordi con partner più attrezzati e strutturati. Ma qual è la situazione reale? E quali gli scenari?
È stato a partire da queste considerazioni che il percorso seminariale “Collaboriamo” – sotto la direzione scientifica del prof. Daniele Marini – ha coinvolto in via continuativa oltre una ventina fra imprenditori e manager di piccole e medie imprese associate a Unindustria Reggio Emilia. Sono stati quattro incontri molto densi di contenuti, con testimonianze esterne e spazi dedicati al confronto fra partecipanti e relatori.
E proprio da questi confronti è emerso come la collaborazione fra imprese sia sempre positiva dal punto di vista del business, soprattutto alla luce delle tendenze in atto negli ultimi anni a livello nazionale ed internazionale, come ad esempio le evoluzioni delle catene globali del valore, e i fenomeni di nearshoring, farshoring e reshoring conseguenti alla crisi indotta dalla pandemia, al conflitto in Ucraina ed alle politiche commerciali di USA, India e Cina.
I partecipanti hanno affrontato nel dettaglio la distinzione fra collaborazioni all’interno delle filiere, che coinvolgono quindi clienti e fornitori, e collaborazioni per la ricerca e sviluppo, che possono coinvolgere anche imprese concorrenti fra loro. Sono state analizzate anche le collaborazioni fra grandi imprese e PMI, che possono prendere forme istituzionali come consorzi, marchi collettivi, contratti di rete o anche fusioni, ma possono anche basarsi su semplici accordi in cui ogni impresa assume impegni più o meno reciprocamente “pesanti”. È questo, ad esempio, il caso della collaborazione fra VHIT e Meteor, ovvero fra una grande azienda facente parte di un gruppo multinazionale ed una media impresa italiana, in cui la chiave della collaborazione è quella della reciproca convenienza in tema di ricerca e sviluppo. La grande impresa cerca nella PMI un partner competente, agile e veloce nelle risposte. La PMI cerca un partner in grado di aiutarla a migliorare processi ed efficienza interna. L’esito è un percorso di crescita reciproca, che ha superato barriere culturali e visioni troppo anguste. I partecipanti ai seminari hanno così appreso come rendersi appetibili per grandi imprese, in un’ottica peer to peer che appare inconsueta a chi è abituato ad affrontare il mercato in ottica conflittuale.
Superare gli ostacoli culturali e valoriali di cui si parlava all’inizio richiede tempo e dedizione, e grazie al coordinamento di Daniele Marini e agli interventi degli esperti e degli imprenditori ospiti è stato possibile trattare temi rilevanti tagliati su misura per le caratteristiche delle PMI del nostro territorio.
In più di un caso i partecipanti al seminario hanno espresso il timore che l’imprenditore possa diventare una preda di chi è più grande. Ma se si considera l’impresa come un soggetto con un valore di mercato e sociale al tempo stesso, allora crescere e aumentare il valore diventa una specie di imperativo di fronte al quale l’impresa deve dimostrare apertura, umiltà e condivisione, ovvero collaborazione. A questo proposito più volte si è sottolineata l’importanza della valutazione delle persone come strumento per capire il potenziale dell’impresa.
È stato un percorso che ha consentito di affrontare temi decisivi per lo sviluppo aziendale in modo accurato ed al tempo stesso informale, corredato da una serie di indicazioni su prassi da seguire, possibili soluzioni, strumenti e regole da applicare.
(pubblicato su Vision – Rivista trimestrale di Unindustria Reggio Emilia – n° 92
dicembre 2024)