Ovvero: consigli per chi desidera intraprendere una carriera di libero professionista nell’ambito della consulenza organizzativa
Se stai pensando di avviare la tua attività come libero professionista, evita assolutamente di diventare un consulente organizzativo. Questo settore offre opportunità praticamente nulle, poiché in Italia la domanda di consulenti organizzativi è in costante calo. Ma perché esattamente c’è questa crisi di esperti di organizzazione nel nostro paese? Ecco le ragioni:
– politiche del personale illuminate: tutte le organizzazioni ormai hanno abbandonato politiche di gestione delle risorse umane basate su schemi obsoleti come mansionari, organigrammi, incentivi individuali e sviluppi di carriera basati sull’anzianità. Non hanno quindi bisogno di consulenti che introducano nuove strategie e approcci per rendere più efficace la gestione del personale.
– abbondanza di lavoratori qualificati: trovare lavoratori qualificati è facile. Non servono quindi consulenti di organizzazione che individuino le competenze necessarie alle aziende, sviluppino programmi di reclutamento e formazione per colmare queste lacune.
– sistemi di lavoro evoluti: tutti i lavoratori ormai operano con sistemi e processi di lavoro altamente qualificati. Cosa farsene quindi di un consulente organizzativo che innovi metodi al fine di rendere le operazioni aziendali più efficienti e competitive?
– organizzazioni avanzate: le imprese italiane sono ormai organizzate in modo evoluto, con strutture snelle e flessibili. Obiettivamente non serve un consulente di organizzazione che rivoluzioni la struttura organizzativa al fine renderla più adatta alle sfide contemporanee.
– alti livelli di produttività nella Pubblica Amministrazione: le pubbliche amministrazioni italiane hanno raggiunto ormai altissimi livelli di produttività. Un consulente organizzativo non può far nulla per migliorare ulteriormente l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici.
Il panorama italiano vede organizzazioni, sia pubbliche che private, che hanno introdotto nuovi modelli di organizzazione e lavoro in grado di creare valore e prosperità, e di governare la transizione verso modelli sostenibili e digitali.
Se il cuore del lavoro del consulente di organizzazione è di trasmettere una sensibilità organizzativa al fine di introdurre tecnologie digitali all’avanguardia, ridefinendo ruoli e regole, investendo nella formazione continua e promuovendo la professionalizzazione a tutti i livelli, ebbene, questo cuore è destinato inevitabilmente a cessare di battere.
Se pensate che questo post non sia serio, ricordate quello che diceva Oscar Wilde: “Si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi vengono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso”.