Quando un capo è un cattivo capo?
È un cattivo capo quando pensa che il collaboratore che sbaglia sia in malafede o incapace. E quindi non accetta il fatto che ogni comportamento è, dal punto di vista di chi lo attua, una soluzione razionale alla particolare situazione che si trova ad affrontare.
È un cattivo capo quando non vede che le persone hanno sempre delle ragioni per fare le cose che fanno, anche se queste cose non sono sempre ragionevoli dal suo punto di vista o da quello degli altri che le circondano.
Un capo, per essere un buon capo, deve partire dal presupposto che ogni comportamento è una soluzione a un problema, e che le persone sfruttano e mobilitano le risorse che hanno a disposizione, anche quelle più inaspettate.
Un capo, per essere un buon capo, deve osservare attentamente il comportamento delle persone, perché è solo dal comportamento che può capire gli sforzi che queste compiono per schivare o minimizzare i propri limiti.
E soprattutto, un buon capo non deve mai accusare un collaboratore di essere irrazionale, o di avere una mentalità sbagliata, o di non essere collaborativo, perché in questo modo rivela che non ha capito bene le ragioni del suo comportamento, e non ha fatto una buona analisi.